Ci ritorno - Dove si mangia a Pisa e dintorni

31.1.06

I 7 Nani - Ristorante - Marina di Pisa

Era tanto tempo che volevo buttare giù due righe su I 7 Nani , che si trova lungo il vialone di Marina di Pisa (Viale D'Annunzio, 130). Il locale è stupefacente per molti motivi: il mobilio è il primo. Le sedie in particolare sono alquanto bizzarre, e spingerebbero a non prendere molto sul serio il posto, e si farebbe male.
Poi il locale si affaccia direttamente sulla riva sinistra dell'Arno. Prendere un aperitivino insieme all'amata, con davanti il sole al tramonto e la sponda destra col parco di San Rossore varrebbe il viaggio (Ganasce romantiche...).
Uso il condizionale perché in realtà bisogna andare ai 7 Nani soprattutto per la cucina.
Il locale è un ristorante di pesce che però se cava decisamente bene in ogni settore. Ricordo sempre con l'acquolina la stupefacente pasta alla totanessa (nella personale Top-Ten di sempre della Ganascia), ma anche una cena completamente impostata sul papero muto semplicemente spettacolare.
Il merito è della mirabolante cuoca (e titolare) Miriam, dal mestiere consolidato e raffinato.
La carta dei vini non è amplissima ma piuttosto ben scelta.
L'accoglienza è gradevole.
Prezzo: ristorante di pesce: da 30 euri in su.
Parere della Ganascia: sere d'estate con tramonto sul fiume, totanessa e un bel bianco? Mio!
Voto: 4Ganasce abbondanti. Peccato per le seggiole...

26.1.06

Coop. Agr. San Bernardo - Calci.

Come promesso in questo post, vi segnalo un posticino che, senza tante pretese, offre un giusto rapporto tra costo e qualità. San Bernardo è un agriturismo senza -agri, situato sottostrada lungo la via che da Calci si inerpica sul Serra, (e già la strada vale il viaggio). Il posto è molto bello: una casa con annessa cappelletta sconsacrata, con pratino curato e vista sulla vallata. D'estate ci si sta freschi grazie al dislivello. Il menu è abbastanza fisso

  1. Antipasto misto abbondante e normale, affettati, pasta fritta, sottoli, cianfrusaglie varie; di qualità normale.
  2. Primi tipici: paste all'uovo e risotti, i sughi sono generalmente buoni, nel ragù di cinghiale c'è una bella percentuale di cinghiale.
  3. Secondi alla brace, fritti o arrosto in stile casalingo.
  4. Dolci standard.
La qualità generale è piuttosto buona, i vini quasi rigorosamente della casa. Un posto per famiglie tranquillo, ma anche per cene di colleghi senza grosse pretese ma con parecchio appetito. Prezzo: con 20 euri fai il botto Parere della Ganascia: sebbene non capisca dov'è l'agriturismo, si tratta di una trattoria che decisamente mantiene quello che promette. I prezzi sono allineati all'offerta, molto tradizionale e anche un po' anni '80. Il posto è molto bello. Voto: 3Ganasce

23.1.06

Mangiare patatine. Tragedie gastronomiche

Questa la evidenzio anche se con Pisa c'entra poco o niente... Ce l'ha postata un amico qui

Un ragazzo inglese, a causa del suo "vizio" di mangiare patatine è morto. Qui di seguito riporto la notizia apparsa su Corriere.it Comunque le patate al forno che possiamo trovare alla Rosticceria da Gianni in via Santa Marta, sono eccezionali!!!! Morire a vent'anni per un'estrazione dentale. E' accaduto a Scott Martin, un giovane britannico cui i medici non sono riusciti a fermare l'emorragia che ha fatto seguito al banale intervento odontoiatrico. Ma non si tratta di un caso di malasanità. I dentisti lo avevano avvertito che l'estrazione comportava questo rischio perché il suo sangue era troppo fluido a causa di una malattia del fegato, una cirrosi epatica di origine autoimmune. Ma la singolarità della storia non è nemmeno questa, perchè la cirrosi era probabilmente dovuta alla incredibile dieta cui pare Scott si attenesse da anni, esclusivamente a base di patate fritte, toast imburrati e, occasionalmente, fagioli in scatola. In sostanza Scott è morto di malnutrizione. "Le patatine di McDonald's erano le sue preferite. Mangiava pane tostato, ma solo pane bianco con un sottile velo di burro salato. Ogni tanto mangiava fagioli in scatola. È sempre stato così, fin da quando era bambino. Trovare qualcosa che gli piacesse era impossibile", ha detto la sorella". [Corriere.it]

Da Benito - Orentano

Scrive Milady qui:

Ristorante "da Benito" - Orentano. Locale un po' "ruspante" dove potrete gustare un'ottima cucina tipica toscana. Il menu propone poche cose fra cui scegliere ma ne vale davvero la pena. Antipasto misto (fagioli al fiasco, farro, crostini, olive, affettati,...), consigliati fra i primi sicuramente l'arrabbiata e fra i secondi una carne di prima qualità: dalla tagliata, al filetto arrosto (un pezzo di ciccia alto circa 4 cm e con peso intorno ai 250 gr), rosticciana, salsiccia, e ovviamente la FIORENTINA buonissima e cucinata "a mestiere"!
Prezzo: Antipasto + Secondo misto di carne (il tutto in quantità davvero abbondanti) 24 euro a persona. Voto: 3Ganasce

18.1.06

Dell'agriturismo - Costume

Dalle mie parti (la Toscana del sud) l'agriturismo è un podere un po' sperduto in campagna, dove oltre a coltivare i proprietari si sono attrezzati per ospitare i turisti, portarli a cavallo, vendere i propri prodotti. Nei dintorni di Pisa invece con la voce "agriturismo" si intendono diverse cose:

  • Un casale risistemato, imbellettato e patinato similrustico, attrezzato di piscina, dove grazie al catering esterno si possono ospitare banchetti, praticamente un albergo leggermente fuoristrada.
  • Il ristorante di campagna.
  • Il mangificio.
La prima categoria ci importa poco. La seconda comprende posti che dell'agriturismo non hanno nulla, ma nei quali a volte si mangia anche benino (ho in programma una schedina futura su uno di questi posti). La terza categoria invece è quella di cui vorrei parlare. C'è un largo numero di cittadini che collegano il termine "agriturismo" con un posto che possiede le seguenti caratteristiche:
  • E' una casaccia leggermente sottostrada o a mezzo chilometro dalla provinciale
  • E' generalmente un'ode all'abuso edilizio. Per elevare il numero dei coperti infatti i proprietari edificano tettoie estive che rapidamente diventano locali chiusi. Al condono seguente una nuova fetta viene aggiunta e così via: i recenti condoni berlusconiani hanno sicuramente raddoppiato i coperti di molti di questi posti.
  • Non possiede nemmeno mezzo metro di terreno coltivato. Nemmeno il prezzemolo. Nemmeno tre piante di maria del figliolo.
  • Non possiede neppure un pollaio, o una conigliera, nulla.
  • Gli unici attrezzi agricoli sono quelli (mai usati) attaccati alle pareti nelle stanze interne più vecchie (le nuove sono in carton gesso o truciolare e non puoi attaccarci niente...).
  • Avendo convertito il terreno circostante in parcheggio, l'unica cosa che cresce nelle vicinanze è l'ortica (non crediate però che finisca nei tortelli).
Il prezzo è generalmente basso, giacché la ristorazione in questi posti è di livello aziendale:
  • Il menu è fisso. Le stesse tre cose da quando ha aperto il locale, in barba alle stagioni.
  • Grande sfoggio di paste "fatte a mano" dall'industria e di tortelli surgelati.
  • Grande uso del ragù di cinghiale o altra cacciagione ricavabile in larga parte dal comune lesso di vitellone.
  • Cucina anni '70: panna a secchiate, polli col fischio, "rosbìf" stracotto, patate arrosto imbevute d'olio, olio e funghi del fustino.
  • Camerieri che tirano a fare numero. Generalmente scortesi, a volte ti prendono per i fondelli. Il classico posto dove se devi cambiare una forchetta fai prima a tenertela e a mangiare col coltello e basta.
  • Dolci stile coppamalù.
  • Qualche volta, per i temerari, pesce (!).
  • Vini della casa terrificanti, forse fatti con le buste. Altrimenti bottiglie stile galestro.
Il tutto nella bolgia indescrivibile di 100 coperti e più, coi bambini dimenticati dai genitori che corrono non nel giardino fuori, perché è un posteggio, ma in mezzo ai tavoli. Quando c'è la partita, maxischermo a go-go. Ecco. Ai tanti che conosco in cerca dell'«agriturismo bono», vorrei dire che questo, fondamentalmente, non si chiama "agriturismo". Si chiama "postaccio del menga". Tutto qui, tanto per puntualizzare. Non prendiamoci per le natiche.

Aphrodite, i piaceri della carne - Pisa

Tempo fa c'era un ristorante lungo l'Aurelia Sud che si chiamava "La bua della volpe". Nel corso degli anni aveva notevolmente alzato i livelli della cucina e della cantina, parallelamente a quello dei prezzi, raggiungendo un rapporto prezzo/benefici sullo sfavorevole. Da qualche mese i proprietari hanno aperto questo ristorante tuttocarne in via Lucchese. Ci abbiamo fatto una capatina per provarlo, ripromettendoci di andarci un'altra volta con più calma. Il locale si propone come un locale per coppiette, atmosfera ovattata, arredamenti sul rosso, luci soffuse. Ci hanno portato uno stuzzichino carino con polenta e crema di porcini. Poi abbiamo proseguito con dei bigné salati con fondutina di formaggio (gradevoli) e una tagliata di angus agli odori dell'orto notevole. Per dolce una crema chantilly con biscottini ben fatta, passito di buon livello offerto dalla casa (come da menu) La cantina non è fornitissima al momento ma, a parte i soliti pisani (ahimé) d'obbligo ha cose interessanti. Prezzo: abbiamo speso 38 euri a chiorba con una bottiglia di Marvia decente ma facile all'oblio, sui 18 euro. Parere della Ganascia: mi riserbo di ritornarci, comunque il livello della cucina mi pare quello (buono) della Bua con qualche aggiustamento dei prezzi in positivo. Emilio, il gestore, è sempre simpatico e trafficone. Ho gradito piccole attenzioni come lo stuzzichino d'autore all'inizio e il passito abbinato di default al dolce, del resto non amo i ristoranti dove ti propongono: «Posso offrirvi un piccolo aperitivo?», ti portano un prosecco e poi te lo mettono in conto (vedi qui). Voto: per ora 3Ganasce e mezzo, poi si vede.

14.1.06

Pizza e olio extravergine d'oliva - Costume

Torno brevemente sulla pizza per una cosa particolare. E' opinione corrente molto diffusa che le pizzerie odierne non solo siano care arrabbiate, ma che spesso usino materie prime di scarsa qualità per aumentare ulteriormente il margine (margherite a 5 euro? ma dai...). Una mia amica soffre di allergia e non tollera molte cose. Dopo aver lungamente testato le pizzerie pisane, mi ha riferito che a Pisa e nei dintorni solo tre pizzerie usano l'olio extravergine di oliva sia nell'impasto che nella guarnitura:

  1. Il Pub 2A in via Garibaldi
  2. Galileo in via Silvestri
  3. La vecchia Pieve a Calci
Delle tre personalmente preferisco la pizza del 2A, bassina e buona e non particolarmente carissima. La cosa mi sembra interessante. Se qualcuno conosce con certezza altri posti del genere ce li segnali, potrebbero essere utili a molti (anche a chi non ama particolarmente l'olio di sansa rettificato).

11.1.06

Citazione!

Stamattina ho notato un'impennata nelle statistiche del sito (accessi quasi quadruplicati solo nelle prime ore), poi facendo il mio solito giretto per feed RSS ho notato la citazione su Wittgenstein, il blog di Luca Sofri. Lo ringrazio del commento. Riguardo al Chimenti, ognuno ha le sue debolezze :-D...

9.1.06

La Pizza alla pisana - (mal)Costume

Parlando con Sarapollo l'altro giorno il discorso è caduto sulla famigerata "Pizza alla pisana", specialità tipica, cibo da strada nel senso calpestatorio del genere, genere alimentare (forse) frequente nelle pizzerie al taglio di Pisa. La Pizza alla pisana come la chiamo io è un disco di vorreiesserpasta schiaffato in un padellino di ferro nero, abbondantemente untato col Castrol, spennellato di minio e cotto/fritto nel forno, per poi essere ricoperto all'uscita da similcacio grattato, diviso in quarti e dato in pasto al popolaccio affamato. I templi della pizza alla pisana sono in corso Italia "Nando" e "Chimenti" e vicino alle vettovaglie "Il Montino". Il consumo della Pizza alla pisana è esercizio per stomaci forti e palati zincati: normalmente studenti affamati come trebbiatrici e impiegati in pausa pranzo abbruttiti dalle partite doppie, insieme a stranieri innocenti ma ignoranti come muli alla macina. Accompagnano la produzione della Pizza alla pisana la tradizionale Cecìna, le focaccette bisunte ma buone da riempire e alcune improbabili variazioni sul tema pizza, ma mentre la cecìna è un prodotto notevole, le pizze intere rispecchiano la materia e la qualità della versione al taglio. In aggiunta, vengono usate materie quali: la mozzarella in polipropilene, il prosciutto crudo salato arrabbiato, il prosciutto cotto conglomerato, e altre piacevolezze di pari spessore qualitativo. Saranno tremende, ma in compenso queste pizze costano un botto! Il parere della Ganascia: La pizza alla pisana si spiega solo con la robustezza del tratto digerente dei pisani. La sua permanenza nello stomaco è pari solo a quella del cingommone servito da Spizzico, ma mentre la nonpizza di Spizzico è giustificabile con le logiche da corporation di McDonald's, l'altra è il prodotto deteriore dell'ignoranza alimentare... Voto: da 1ganascia a 1 ganascia morta, a seconda della giornata e dell'estro degli operatori.

3.1.06

Proponete Posti nuovi!

Aggiungo questo post come aggancio per le vostre proposte.

  • Se volete lasciare le vostre opinioni su un posto che non abbiamo ancora trattato, aggiungete un post qui.
  • Se volete segnalarci un posto nuovo, idem.
  • Insomma, lasciateci un post.

2.1.06

Da Attilio - Marina di Pisa

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa recensione di sandra, una nostra lettrice... (il post originale è qui)

Cari amanti del "mangiar bene", per salvaguardare il vostro stomaco... e i vostri nervi evitate assolutamente "da Attilio" (che da pochissimo penso abbia cambiato gestione). Con una prenotazione fatta per circa 20 persone un mese in anticipo abbiamo avuto più di un disagio. A cominciare dagli antipasti serviti per l'80% dei commensali, seguiti da primi piatti solo alle 15:00. Dopo tanta attesa, il premio è stato "spaghetti allo scoglio" che dello scoglio avevano solo il nome: praticamente spaghetti bolliti e scolati con aggiunta di condimento che sarebbe stato sufficiente per non più della metà della pasta. Grigliata mista con 1 scampo, 1 gamberone e 1 pezzetto misero di pesce arrosto. Abbiamo concluso con i dolci della casa che la cameriera ci ha proposto nel seguente modo: "Allora... abbiamo pandoro farcito... oppure... pandoro farcito... sennò 3 tartufi neri... oppure... 2 fette di torta della nonna". Prezzo 49 euro a testa. Decisamente... non ne vale la pena!!!
Voto: direi 1 ganascia morta PS. Come vedete, chiunque può collaborare a Ciritorno...